Unione europea

Naufragio migranti, Meloni si rivolge alla Ue: “Fermare le partenze”

28-2-2023 • Adnkronos [ Italia ]

Lettera del premier alle istituzioni europee. Fanno discutere le parole del ministro dell’Interno Piantedosi

Fermare le partenze prima ancora di pensare ai salvataggi in mare. La posizione del governo italiano dopo il naufragio di fronte alle coste di Crotone, costato la vita a più di sessanta migranti, riporta in primo piano i rapporti con l'Unione Europea. La richiesta di risposte concrete nella gestione degli sbarchi è stata affidata a una lettera del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, come annunciato durante la nuova trasmissione di Bruno Vespa 'Cinque minuti' in onda subito dopo il TG della sera. "Intanto voglio ribadire il mio cordoglio per una tragedia che non può lasciare nessuno indifferente. Dopodiché credo che quello che è accaduto dimostri quello che diciamo da sempre, perché tra le tante falsità che ho sentito dire in queste ore, c'è quella secondo la quale queste persone sarebbero naufragate a causa dei provvedimenti del governo sulle organizzazioni non governative. Solo che quella tratta non è coperta dalle Ong e quindi questo dimostra, banalmente, che il punto è che più gente parte, più gente rischia di morire. L'unico modo per affrontare seriamente e con umanità questa materia è fermare le partenze e su questo serve un'Europa che, oltre ovviamente a dichiarare la sua disponibilità, agisca e in fretta. Ed è la ragione per la quale oggi stesso ho inviato una lettera al Consiglio europeo e alla Commissione europea per chiedere che venga immediatamente reso concreto quello che abbiamo discusso all'ultima riunione del Consiglio europeo". Continuano a far discutere, intanto, le posizioni espresse dal ministro dell'interno Matteo Piantedosi. "E' un tema di grande complessità. L'unica vera cosa che va detta, affermata e raccontata è: non devono partire. Immaginare che ci siano alternative da mettere sullo stesso piano, la possibilità di salvare o di non salvare, al fatto che quando si è in queste condizioni non bisogna partire. Se noi non lanciamo al mondo, anche ai territori da cui partono queste persone, questo messaggio che è etico prima di tutto - non bisogna partire, non bisogna esporre oltretutto donne e bambini, oltre che chiunque altro, alle condizioni di pericolo - facciamo sempre operazioni di subordinata che poi non trovano senso. É proprio la precarietà con cui è stata organizzata questa traversata che si è rivelata tragicamente determinante perché poi alla fine un po' se ne sono perse le tracce, un po' quando è riapparsa all'orizzonte di chi monitorava c'è stata l'impossibilità materiale di effettuare ogni qualsivoglia manovra di avvicinamento e di soccorso, anche proprio in considerazione delle condizioni del mare". Ci sono sicuramente responsabilità da accertare. Cosa è successo nell'intervallo di tempo tra le 22:30 e le 04:10 di domenica? É quanto sta cercando di capire la Procura di Crotone che indaga sul naufrag